giovedì 23 marzo 2017

Un sogno al Circolo Polare

Ci sono luoghi dove l'uomo ritorna alle sue origini primitive, dove lunico bisogno è quello di nutrirsi col minimo indispensabile , dove lacqua diventa un desiderio e un bene prezioso e non scontato, dove i cieli si colorano di tinte indescrivibili, dove pensare alle tensioni ed allo stress della vita di tutti i giorni si trasforma nella voglia di non arrivare mai. Un uomo corre lungo un deserto di ghiaccio bianco, nudo di solo se stesso, trascinando tutto ciò di cui ha necessità mediante una slitta agganciata alla vita. E nudo, è solo, sta andando verso la conoscenza di sè. Nel 1925, siccome aerei e treni non potevano viaggiare a causa delle condizioni mereologiche proibitive, un guidatore di slitta di nome Leonhard Seppala ed il suo cane Balto, guidarono un gruppo di 20 team da una parte allaltra dellAlaska per portare lantitodo per la difterite che aveva contagiato la popolazione di Nome. Impiegarono più di 5 giorni, per l'esattezza 127 ore, percorrendo 1800km. Quellevento leggendario fece sì, molti anni dopo, che si creasse rievocando ciò che accadde, una gara di slitte trainate dai cani, chiamata Iditaroid sleed dog. Di seguito nacque lIditaroid trail Invitational, una gara in totale autosufficienza, da percorrere a scelta: a piedi, con gli sci o su fat bike. Siccome l'avvento della motoslitta aveva fatto perdere fascino a queste iniziative, per riscoprire la bellezza di queste esperienze, negli Stati Uniti nacquero altre avventure simili. Nel 2014, Marco Berni, atleta capace di concludere per ben 2 volte la gara originale in Alaska, decise di riproporla nelle sue terre di origine, comprese tra l’'Adamello ed il Parco dello Stelvio. Nacque la Grande Corsa Bianca. Nella prima edizione di quella gara, insieme ad altri 32 atleti, tutti all'esordio in una competizione come quella, fui presente anche io. Un paio di anni prima, Visto che nei territori a pochi km dal Circolo Polare Artico, in Lapponia, si utilizzavano da sempre renne e cani husky per muoversi sulle strade innevate, una polarguide di nome  Alex Casanovas ideò una gara con le stesse caratteristiche e con le medesime regole della corsa originale nata in Alaska: la Rovaniemi 150.


Sulla distesa ghiacciata del fiume Ounasjoki 120 atleti a bordo chi di una fat bike, chi con gli sci,chi a piedi con la pulka in una giornata di sole con temperatura di  -10gradi sono sulla linea di partenza della gara regina del Circolo Polare Artico.

Alle 9 locali  il via, in direzione POROHOVI  , lasciandosi piano piano sempre piu alle spalle maestoso Rovaniemi Bridge.
Dopo tre partecipazioni alla Grande Corsa Bianca mi ero sentito pronto di intraprendere quel viaggio. Molti mi avevano detto GIà  gli anni passati che era molto più facile della gara italiana,e che me la sarei mangiata, ma per  mia esperienza ho un altro concetto di semplicità.Certo che la corsa italiana ha  6000mt di dislivello positivo e questa solo 1000,ma il freddo, e l autosufficienza completa alimentare e i check point tutti all aperto al freddo  rendevano  Rovaniemi150 molto molto piu difficile da interpretare, qui un errore puo davvero costare non solo la gara.
I primi 10km scorrono benissimo, è anche troppo caldo, in compagnia del simpatico italiano Thomas.Con tutte le fat bike e gli sci davanti , ci sfreccia una slitta con delle bandiere sul retro  a una velocità pazzesca, che ci semina quasi subito.

Le gare in programma sono tre: 66km ,150km e 300km.
Siamo tanti italiani al via, molti dei quali LI avevo conosciuto in aereo qualche giorno prima.
Il mio riferimento cronometrico erano le 27ore del 2014 del mio mentore Nicola bassi , quindi mi ero fatto un calcolo che c'era da stare in ballo alemeno 35 ore, praticamente avrei visto 1 alba e 2 tramonti.
Al primo check pont dopo solo 1ora e 10 trovo un pentolone e un mestolo per versare l acqua nella borraccia.E si riparte. A questa va aggiunta una pastiglia di sali minerali per non disidratarmi,l acqua dei check point è di neve scaldata e priva di questi elementi. Tutte le cose  che mi servono piu spesso sono a portata di mano dentro uno zainetto idrico sulle spalle,ed ogni tanto controllo che  non cada nulla da questo, soprattutto i sali minerali, se li avessi persi sarebbe stata la fine.
Mi ero deciso nonostanmte il bel tempo e le buone condizioni della neve dichiarate dall'organizzatore al briefing del giorno prima di non rischiare, E avevo portato di tutto e doppio con me  nella slitta, che invece di pesare 10-11 kg come avevo calcolato in Italia ora pesava 17kg, ma la voglia di arrivare e basta e di non mettermi in pericolo era molta di più di fare un buon tempo.
Nella lista del materiale obbligatorio vi erano poche cose ma su quelle sarebbero stati molto fiscali:
Sacco a pelo da -30 confort , modello e marca solo quelli presenti nella loro lista;luce rossa lampeggiante per farsi vedere di notte dalle motoslitte e in caso di bivacco; materassino spugna;fischietto;lampada frontale con batterie di ricambio;caterinfangenti. Nient altro. Ne giacca 28000 colonne, ne benda autoadesiva, ne litri di acqua. Se vuoi metterti in pericolo fallo pure, viaggia pure leggero, cavoli tuoi. Nella pulka avevo 4 paia di calzini di scorta, un piumino,un pile , una giacca in gtx,2 lampade, 3,5kg di cibo,un pentolino,una calzamaglia e un pantalone antivento, una moffolona da -40, ramponcini e ciaspole. Per tirarla avevo optato per una cintura da palestra per pesistica che avrebbe attuttito meglio il carico sulla schiena e ai fianchi.
Sudare a queste temperature puo diventare piu pericoloso che avere freddo, perche il baganto addosso si gela. Per cui viaggiavo con una termica e un pile. E basta .
Piano piano insieme a Thomas risaliamo posizioni e ci affianchiamo a Flo che stava correndo la
gara di 66km.Dopo il secondo check point di  
SINETTÄJÄRVI la strada si infila dentro il bosco con neve alta e instabile. La slitta comincia ad andare da tutte le parti, si rovescia, mi sgancio la cintura e la trascino a mano.Sono 700mt lunghissimi dove spendo un sacco di energie, ma all uscita del bosco mi ritrovo davanti il paradiso.
Il Sinnetarvi lake è un deserte bianco, infinito,correrci a 6 al km  è uno spettacolo, t abbandona in un altro mondo, in uno stato di trance, è il deserto bianco per cui sono venuto fin qui.
I compagni di avventura sono lontani, i 700mt nel bosco mi hanno fatto rimanere molto indietro, ma che me ne importa. Siamo solo al 22km e la giornata è spettacolare. Supero prima il gigante inglese che sta trainando la slitta solo da un tirante fisso, stranissimo. Avanti a me poi  un altra slitta barcollante: è l'atleta ripreso dalla tv francese con le bandierine sulla slitta che era partito velocissimo che ora sta rallentando e non mi sembra neanche tanto stabile.
SINETTÄJÄRVI Lake
Per quanto possa sembrare veloce e scorrevole un lago ghiaccato , la neve mette alla prova il tuo equilibrio e devi cercare sempre quella meno molla, un po come la sabbia in spiaggia.
Raggiungo Thomas e Flo i sento che sto andando  con un filo di gas ne ho davvero ancora. Mi accorgo di non avere piu la luce rossa lampeggiante obbligatoria. Cavoli, sono nei guai, Qui ci hanno terrorizzati al briefing ieri. Per moltissimi motivi anche piu banali ti avrebbero squalificato. Non posso pensare di farla franca.
Espongo la mia preoccupazione ai miei compagni ,e Flo, questa donna romana che aveva gia partecipato l anno passato, mi regala una delle sue due luci prima di abbandonarci al bivio dei due percorsi.

Proseguo con Thomas che scherzando mi dice che fa fatica a starmi dietro, a me sembra invece di giocare ancora, corro sulle salite, faccio selfie per i miei amici a casa, sono nel luogo dove sognavo di essere, sono al circolo polare artico e sto correndo..Sto correndo in una giornata meravigliosa, che altro potrei desiderare di piu se non assaporarmi metro per metro tutto?
  
Arriviamo al terzo checkpoint,a VITTAVAARA, dopo 44km in sole 5ore e mezza. Scherzo e dico, stiamo andando troppo forte e che se continuiamo cosi facciamo il record. Ma dentro di me pensavo che la parte lenta sarebbe arrivata a breve. Una foto con in bocca asiago prosciutto e pane di segale , ricaricato l acqua dal pentolone bollente, firmato al check point entrata ed uscita e in 10 minuti siamo gia in partenza.
Tra l altro anche sulle firme ci avevano detto di fare molta attenzione. Ci avevano dato addirittura una matita da portare con noi per firmare e se l avessimo persa  avevano prospettato la solita squalifica.
L addetto al check point dice a me e Thomas che siamo secondo e terzo e che il primo era partito da poco.
Rido, e di gusto. Siamo al 44esimo km,ne mancano piu di 100, a occhio e croce mancheranno ancora 30 ore, la gara deve ancora cominciare, e faccio in tempo a sbagliare qualcosa ed arrivare ultimo. Riguardo al primo  appena partito, lasciamolo andare, e chi lo avrebbe mai ripreso?Non l avevo ancora visto dopo la partenza, non sapevo che faccia avesse e di che nazionalità fosse, se era primo è perchè è forte,lasciamolo dov è e pensiamo a divertirci.
Dopo essere ripartiti  e rifocillati a dovere distanzioThomas e non lo vedro piu per tutta la gara. Supero 3-4 fat bike correndo su tutte le salite, sto davvero bene....
 Supero un campo di renne e contunuo concentrato verso il check point successivo. Da qui ci sarebbero stati 3 check point molto vicini, quindi acqua garantita.Comunque nonostante fosse -10 la borraccia che avevo esternamente nella parte frontale del camelbag non si era mai ghiacciata.

Arrivo al check point del km 58 di MORAJÄRVI . Sono ferme altre due fat bike,hanno le facce cotte.
Dopo le tavolette di cioccolato, il pane di segale, apro anche gli arachidi che pero mi fanno venire subito una sete enorme. Chiedo ai due biker se ne vogliano e si avventano affamati e gli regalo il sacchetto.C'è ancora la luce del giorno e vorrei fare piu strada possibile prima che ghiacci .
Arrivo al famoso ponte che avevo visto in tutti i filmati delle precedenti edizioni, sul quale qualche atleta era pure scivolato nel fiume e quindi bisognava stare attenti data la sua strettezza  e far passare lentamente la slitta.  Con molta attenzione lo passo piu facilmente di quello che pensavo, il legno non era ancora ghiacciato, forse qualche ora piu tardi sarebbe stato molto piu insidioso.
Il percorso è segnalato con fettucce nere e gialle ma  a tratti ho paura di aver saltato un bivio.
Con l'arrivo del buio, oltre la frontale, inserisco la traccia gps sul orologio da polso da controllare di tanto in tanto per avere la sicurezza di essere sulla strada giusta.
Intanto ho sempre addosso solo il pile di partenza. Quando mi fermo è freddo, ma togliere e  mettere indumenti è una perdita di tempo incredile,e  poi viaggiare leggeri ti permette di sudare poco e continuare a correre. Si perchè dopo 60 km sulla neve con 17kg da trainare sto ancora correndo bene!!
Ho tirato fuori i moffoloni in lana cotta che sono l indumento piu prezioso di tutti. Sopra i sottoguanti e ai guanti, questa nel momento che devo fare un operazione nella slitta che comporta di usare solo il guanto leggero, mi da la possibilita in pochi minuti di riportare le dita delle mani a temperatura accettabile.
Si perchè le operazioni sulla slitta occorrono fatte veloci. Come un meccanico di formula uno al pit stop.E' freddo.
Me le sono studiate bene. Ho studiato ogni posto dove stistemare il materiale, come allacciare slacciare, ovviare alle problematiche il piu rapidamente possibile.
Ero stato sui miei monti del Corno alle Scale e sul monte Cimone proprio quando nevicava e c era bufera. Imparare a svolgere le operazioni manuali il piu rapidamente possibile sotto stress e a coprire le parti del corpo in maniera non letale era servito molto. Le mie soste erano tutte veloci ,intelligenti e ancora dovevo indossare il piumino.
Direzione prossimo check point .
L'idratazione per ora è stata perfetta, una pastiglia di sali e una borraccia da 1 ltro ogni 10km, mentre lo stomaco un po dal freddo un po dal cibo secco inzia con  un piccolo principio di nausea.Questo è il momento del grande chef. Al km 69 c'è il bellissimo fuoco del check point di PEURAJÄRVI .  Ci mettiamo seduti nella buca scavata attorno al fuoco e preparo con l acqua calda la mia meravigliosa busta di manzo e pure. C'è da mangiare svelti, le mani iniziano a pizzicare e anche il corpo, nonostante il fuoco.

Qui per chi dice che è una corsa semplice, se uno ha una crisi non si puo stendere al caldo su una panca ad aspettare ti passi, qui sei all aperto a -20 gradi. Riparto nel buio della serata e accendo la luce donatami da Flo legata strettissima allo zaino. Le anche cominciano a farmi molto male, alla corsa preferisco la camminata. Fino a che mi viene un idea geniale..Mettere la cintura di traino dalla vita al petto fermata dalle borracce dello zaino idrico. Infatti è tutta un altra cosa;anche sbloccate e si torna a correre su e giu per la stradina. Sono felice, sono felice per tutto quello che mi sta capitando.
Da lontano vedo una luce rossa lampeggiante. Un altro atleta. Una fat, uno sciatore della gara  della 300km. Ah è vero quasi dimenticavo sono al secondo posto. Già. No quella non puo essere la luce del primo. Non è che ho accellerato, mi sono pure fermato a mangiare seduto. E poi il primo se è primo è forte. I km che ci separano dal sesto check point scorrono e mi accorgo che quando la strada sale mi avviicno sempre di piu. E' una bici, è sicuramente una bici allora. Km 77, vedo la luce rossa lampeggiante e l atleta che la indossa. E' uno a piedi. Cavolo!! a piedi!!! Ho raggiunto il primo,ma stiamo scherzando?
Lo affianco, lo saluto e parliamo un po. E' spagnolo, ha indosso un piumino, ha la faccia stanca, la voce non energica . Io sono ancora col pile con cui ho inziato stamattina ,lo passo e lo distanzio.
Arrivo al check point di KUUSILAMPI,  km79.
Qui c'è l unica struttura al chiuso. Firmo il passaggio ed entro a prendere dell'acqua. Ho l adrenalina addoso, mi è successa una cosa bellissima anche se forse non durerà. Sono primo nella gara che sognavo di fare da anni. Dentro la struttura ci sono 10 persone, sciatori, biker che si stanno riscaldando. La tentazione di mangiare al caldo per la prima e unica volta è tanta ma le occasioni capitano una volta sola.Ma non devo fare cavolate per la fretta. Mi riconosce Giovanni, sciatore della gara da 300km. L addetta al check point dice ad alta voce che sono il primo uomo a piedi.
Devo partire. Il prossimo check point sara interminabile raggiungerlo. Ben 36 km.Una vita. Riempo le due borracce e le metto entrambe nello zaino nella  slitta in mezzo agli indumenti.Fin qua ho bevuto 10 litri, anche perche il freddo ti disidrata tantissimo senza che te ne accorgi, ho ancora 71km e solo 2 check point all arrivo. La gara inizia a diventare difficile e fuori la temperatura percepita è di -30
Quando esco dal check point sta arrivando lo spagnolo Salvador.Mi guarda , immagino i pensieri di un uomo che è stato in testa per 80km ed stato superato da uno che forse sta meglio di lui. Tira fuori il sacco del cibo : -Non mangi?mi chiede  .Rispondo di no e riparto da solo,. Dopo un km mi fermo , mangio velocemenete qualcosa e mi metto per la prima volta il piumino. La temperatura è cambiata di botto.E lo spagnolo di sicuro ha preso una serie di colpi psicologici che devo sfruttare adesso,
Chiamo Roberto che abita nel  mio stesso paese, tifoso e appassionato da sempre delle corse del grande nord. Lui ha tutti i video di Marco Berni e dell'Alaska, lui è la persona che ho deciso tenga i contatti della corsa con i miei amici. Lo chiamo. Grido di felicità, parliamo, gli dico che sono primo e neanche ci credo, che sto bene ma sto per iniziare il tratto piu impegnativo della corsa. Sono le 9 di sera, 12 ore dalla partenza.
Mi ripete una parola semplice , banale, scontata, ma quella diventa la parola fissa delle prossime decine di ore. Gestisciti. Gestisciti. Se ti gestisci non hai problemi.
Mi sorpassa Giovanni con gli sci e poi a mia volta lo risupero, sto andando alla velocità di alcune fat bike e di sciatori come Pasquale che aveva vinto qualche settimana prima il Sila3 vette in Calabria che come premio aveva ricevuto l iscrizione alla Rovaniemi 150.
Mentre alterno corsa e cammino e cerco di scaldarmi dal freddo che di botto è diventato gelido , vedo il cielo che cambia colore. Sembra piu chiaro, sembra verdino. Forse l aurora boreale?Guardo da un altra parte e vedo un altro pezzo di cielo colorato ancora piu verde. Sono le aurore boreali.Non una. Ormai non so neanche cosa chiedere di più. E' tutto perfetto, sono a nudo, sono un primitivo che con le sue forze, il suo ingegno e la sua forza di volonta sta attraversando il circolo polare artico correndo in mezzo al deserto bianco e l aurora boreale.
Ci sono regali cosi incredibili che la natura , la vita ci danno e che per raccoglierli sei tu stesso che devi essere predispoto Nessuno ti regala niente se non sei tu a volerlo prendere. Sono dentro un documentario,ci sono solo io le mie gambe e il mio respiro.
La magia si smorza leggermenete dopo 10km volati quando mi accorgo che le due borracce nella slitta sono congelate entrambe. Provo a scossarle ,stringere shekerare ma non c' è piu speranza. Devo aspettare 26km e il prossimo check per bere.Inizio ad aver paura di indebolirmi per una cavolata che ho fatto! Una borraccia avrebbe dovuto andare a contatto col corpo cavolo!!
Prendo un po di ananas disisdratato e un ghiacciolo di neve con i sali minerali. Risultato?, stomaco congelato in pochi minuti, respirazione affannata e nausea. Sono nei guai. Sono davvero nei guai.
Devo prima di tutto far passare la nausea, e poi non posso piu ingerire cibo e non ho neppure un goccio di acqua. Come farò?
Gestisciti Gianluca, Gestisciti.
Si attraversano  strade dove passano le auto innevate per poi arrivare a sentieri molto stretti.Lungo il percorso mi accompagnano gli atleti in bici che erano fermi dentro il check point precedente,procedendo alla stessa velocità.
Dopo 5 ore e mezza raggiungo finalmente il check point infinito di TORAMOKIVALO,  116km.
Lo sciatore Pasquale è gia seduto davanti al fuoco da pochi minuti. Tiro fuori a fatica la mia salvezza, cappuccino e pasta alla carbobara liofilizzata, che con l acqua calda diventa nettare degli dei in pochi minuti. Dopo aver divorato la minestra mi vesto e riparto in un baleno. Pasquale ancora seduto mi fa: - gia te ne vai?-io rispondo : - c ho lo spagnolo  alle calcagna-
34km all arrivo.Sono le 2 e 45 do notte. Senza acqua con me. Senza piu possibilità di ingerire altro perchè lo stomaco non vuole più cibo non caldo .
La stradina sale e scende, ormai correre è dura, ci riesco a malapena in discesa perchè devo.
Ma sono ancora in testa.
Mi giro e vedo la luce di una frontale in lontananza. Cavolo.
Penso sarà Pasquale lo sciatore. Per sicurezza rischiando la squalifica spengo la luce rossa intermittente.
Siamo in uno spazio aperto, in un fiume ghiacciato, forse quello della partenza, e dietro se fosse lo spagnolo e mi vedesse si pottebbe galvanizzare. Non mi deve vedere.
A pensare al mio avversario commetto un grave errore,pensando il fiume sia quello della dirittura di arrivo. Seguo i cateringrangenti dei paletti per le motoslitte e perdo la deviazione della gara. Poco dopo mi accorgo dello sbaglio dal gps e per non perdere tempo invece di tornare indietro provo a tagliare per andare a intersecare la rotta giusta. Mi ritrovo immerso nella neve fino alla vita, con la slitta che si capovolge da tutte le parti..Attimi di panico. Strada smarrita, non so piu come ritornare indietro ne intersecare quella giusta.Il lago è un campo aperto senza nessun riferimento. Sono stanco disidratato e chissà lo spagnolo dove sarà. Mi metto sereno. Le sfortune capitano. Ci sono atleti che hanno perso medaglie d oro alle olimpiadi per un centesimo.
Ci vuole calma. Quella che questo tipo di disciplina, che queste situazioni, che questo tipo di luoghi mi hanno donato in questi anni.  Dopo 40 minuti ritrovo le bandelle e tiro un sospiro di sollievo. Non so piu in che posizione mi trovo ma non importa. Pasquale il giorno dopo mi disse che subito dopo aver lasciato il check point è arrivato lo spagnolo.Se ci fossimo incrociati davanti a quel fuoco sarebbe stato un colpo positivo importante al suo morale.
A 25km dalla fine ormai dovevo dare tutto . Fame e sete avevano preso il sopravvento ma dopo aver provato a ingerire un po di pane  stando peggio di prima ho preferito lasciare alle risorse infinite del mio fisico e della mia testa di arrivare all arrivo. L arrivo....non ero neppure sicuro finire la gara, invece sto volando. Mi volto e rivedo una luce dietro di me in fondo. Allungo.Ormai  sta sorgendo il sole e sono di sicuro sul fiume  Ounasjoki che conduce a Rovaniemi . La' in fondo, da qualche parte c'è l arrivo.
Sono le 7:30 e ormai la luce è sorta, non voglio perdere neanche un minuto quindi le due fronatali le tengo in testa. Devo solo riservarmi 2 minuti di tempo per bere all ultimo check point, quello a 10km dalla fine. L'oprazione richiede sgancio della cintura, smontaggio della rete che tiene ferma la slitta,tolta la copertura impereabile  aprire lo zaino per prender il pentolino per l acqua .Quando sto per entrare nel check point pregustando con la gola arsa l acqua mi giro e vestito col piumino nero vedo un atleta a piedi che trascina la pulkla. Mi ha preso. Che beffa.  Firmo il passaggio e non bevo, ho deciso di dar fondo a tutto quello che mi rimane che credo sia nulla ma se mi affianca psicologicamnete a lui tornano tutte le energie immaginabili. La mente ha un potere incredibile sulle nostre forze e sull uso delle stesse e soprattutto sulla sensazione o meno di far fatica. Scatto a 6 e 30 al km. Che dopo 140km, trainando sulla  neve da 23 ore una pulka di 17kg, mangiando solo 300caloie nelle ultime 10 ore e praticamente senza bere, diventa un mille da keniano.Mi giro, c'è ancora; camminata 200mt e poi scatto per 600mt. Sembrano ripetute lattacide in pista. Non so se il fisico mi supporterà ma devo tentare di dare tutto. E quando si dice do tutto, stavolta è davvero tutto,perchè nel mio corpo non è rimasto piu nulla.
Probabilmente questo mio ultimo allungo lo ha distrutto moralmente, ma non mi fido. Continuo a vederlo ma adesso è un puntno. E all improvviso spunta il Rovaniemi bridge, e mancano solo 3km.Distanzierò il mio avversario di 43 minuti.
Un giorno fa sono ripartito da quel ponte, e in metà del tempo massimo disponibile sono gia di ritorno. Penso alle persone che sono a casa e mi hanno seguito, che hanno condiviso con me gli allenamenti duri degli ultimi mesi, penso a Cesare Filippo ,i ragazzi che alleno che hanno segnato insieme ad Alessio e i Passo Capponi una svolta come atleta.E tutti gli allenamenti sotto la tormenta,quelli a digiuno, quelli che non finivano mai, beh sono stati ripagati ,perche  le mie gambe in questi ultimi km corrono a ben 10km/h.

Mi affianca l organizzatore Alex Casanovas con la motoslitta e grida: Sei il primo e sei il piu veloce uomo a piedi di tutte le 6 edizioni, stai facendo il record.
Immaginate. Sogni di andare al circolo polare artico da quando sei bambino. Sogni di vedere le aurore boreali ma ti dicono che è difficiissimo vederele. Sogni di poter attraversare laghi ghiacciati e deserti bianchi sulle orme di zanna Bianca . Sogni di finire la Rovaniemi 150 piena di insidie e freddi polari. E poi ti ritrovi a un km dalla fine al primo posto della gara che stai studiandoe sognando  da 3 anni. E stai stabilendo il record del percorso .
Avevo guardato e  riguardato negli anni precedenti quel coltellino in legno di corno di renna, uno dei  premi  che danno al vincitore di ogni corsa. Bellissimo. Quante volte avevo gaurdato in  quelle foto. Alle 9:01  varco la soglia dell Hotel Pohjanovi e successivamente il coltellino è nelle mie mani. Lacrime.
Non so , a volte basta davvero impegnarsi e le cose che sembravano irraggiungibili diventano realtà, e le esperienze un bagaglio che ti porterai per sempre con te. Tra i premi un assegno che vale la partecipazione gratuita  alla gara del anno prossimo.
Non ho tante certezze, non so cosa farò domani, ma a Febbraio 2018 so esattamente dove tornerò.
































Festeggiamenti con Paolo e Max post gara


Birra insieme a finisher di nazionalità diverse


rientro al lavoro


gli amici che alleno






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