lunedì 7 aprile 2014

Come ho cominciato a fare trail....post Patagonia

(Usuahia)

Fin da bambino ho sognato di avere un paio di ali per essere libero di spostarmi, cullato dal vento, in ogni posto del mondo, alla ricerca sempre di un posto più sorprendente di quello appena visto.
Volare col corpo e con la mente scappando da ogni situazione difficile.. Volare percorrendo mille orizzonti diversi che assieme rendono più chiara quale sia la tua strada: troppo spesso un’astrazione che per rassegnazione non la si arriva a percorrere mai veramente. Finalmente ci sono riuscito…sto volando!!! Da quando ho scoperto il lato della corsa più intrigante e affascinante per me: quello del faticare per raggiungere una meta, quello della solitudine che ti rende il miglior compagno di te stesso, quello dello spirito di sopravvivenza alle condizioni estreme ormai cancellato dagli agi della società moderna, quello della riscoperta della natura allo stato brado diventando tutt’uno con lei stessa.
Transcivetta,Gran trail Rensen, Davos Alpine Ultramarathon, Via Lattea trail sono solo freddi nomi di corse di montagna con migliaia di metri di dislivello, ma, in realtà, questi nomi nascondono delle sensazioni e delle emozioni indescrivibili: il pianto a dirotto sul crinale sotto una raffica di neve in Svizzera intorno al 70esimo km oppure l’incredibile silenzio della notte al “Rensen” durante la scalata del primo dei tanti valichi sui sentieri genovesi.
Cosa c’entra tutto ciò con la Patagonia?
La Patagonia mi ha regalato tutte queste emozioni insieme elevandole all’ennesima potenza, rendendomi capace di volare ancora più alto di quanto potessi fare prima, colmo di una gioia che gonfia cuore e polmoni.
Non riesco a scordare nessun fotogramma di quelle sensazioni che non solo la pellicola farà vivere ancora e per sempre.
Come ad Iguazù , quando appena appoggiata la borsa in hotel dopo 24 ore di viaggio intercalate da 2 aerei, ho sentito il richiamo della corsa e infilate le scarpette e i pantaloncini ho percorso la strada che costeggia il Rio Paranà ,a poche centinaia di metri dal Paraguay e dal Brasile che sembravano salutarmi aldilà del fiume: l’ umidità era vicina al 100% e il termometro prossimo ai 40gradi! Ma ero completamente felice!
Impressionanti le cascate… qualcosa di meraviglioso! Sono le seste al mondo come quantità di acqua e come altezza superano anche quelle del Niagara.
Poi segnalo Salta a 1200 mt sul livello del mare e a 100km dalla Bolivia e dal Cile, spettacolare la sera dopo essere tornato dalle meravigliose Quebrade (simili ai Canyon visti nei film di Sergio Leone, con cactus, deserto e colori incredibili), quando, conquistato un posto in prima fila, ho ammirato il panorama illuminato sul Cerro Bernardo.
Puerto Madryn, con il sole che alle 5 del mattino già faceva capolino e penetrando dispettoso tra le tende della camera mi ha svegliato come per invogliarmi a correre nell’incantevole spiaggia, senza avvisarmi però che il gran freddo mi avrebbe di lì a poco completamente congelato!
Punta Delgada, sita sempre nella meravigliosa Penisola di Valdes, quando, dopo aver passato la notte al Faro, mi sono ritrovato a correre su strade non più asfaltate ma vere e proprie mulattiere, a 100 km dal primo centro abitato, attraversando fattorie delimitate da cancelli che dovevo aprire e chiudere al mio passaggio, concludendo poi la mia sgambata con un piccolo saluto agli elefanti marini che piano piano si stavano svegliando.
Di questo posto mi sono rimasti nel cuore anche altri animali incredibili che ho potuto ammirare: i pinguini di Magellano di Punta Tombo, che mi guardavano dolcissimi mentre mi scorrazzavano attorno sempre intenti nelle loro faccende nell’intento sempre di difendere i cuccioli o mentre si tuffavano in acqua per procacciarsi del cibo. Balene, orche, guanachi, Nandù di Darwin, mara….mi hanno lasciato senza parole…la bellezza di tutto ciò è che l’uomo non influisce minimamente nella natura, ma lascia che questa faccia il suo percorso governata dalle proprie leggi spesso anche crudeli, ma assolutamente vere.
Continuo poi con Usuahia… semplicemente la città più a sud del mondo! Dove ho corso alle 4 del mattina, con il sole sorto già da almeno un’ora, verso il ghiacciaio Martial con vista sul canale Bearle (famoso per essere noto ai navigatori ed esploratori come Magellano), con capo Horn sullo sfondo e con la mente che volava verso l’Antartide a poche centinaia di km più a sud .Mai come in quel momento mi sono sentito come un condor, capace di poter raggiungere qualsiasi luogo,basta che lo voglia…..
E infine El Calafate….la regione del Parco nazionale Los Glaciares dove ci si imbatte nell’incredibile lago Argentino nel cui bacino vi scorrono veri e propri ghiacchiai: il Moreno, che si estende per 30km, lo Spegazzini e l’Upsala di addirittura 60 km di estensione.
L’escursione in barca sul lago Argentino stando una giornata intera sul ponte incantato ad ammirare la neve scendere con un freddo irreale , il vento gelido che dribblava barriere di iceberg, i ghiacciai che a seconda della prospettiva cambiavano di forma e di colore, con una splendida compagna di viaggio,Valentina, è stato semplicemente fantastico.
Come del resto armato di ramponi ai piedi, sono salito sul perito Moreno esplorando ogni fessura e ogni crepaccio incontrato nel percorso col solo rumore inquietante del ghiaccio che staccandosi rimbombava come nel bel mezzo di una guerra… un guerra in acqua… pacifica, gioiosa.
Tutto questo e tanto altro è stato come volare… e quando impari a volare vi assicuro che non hai voglia di smettere mai!



Salta
Pinguini di Magellano
Pensula di Valdes
El Calafate
Perito Moreno












Puerto Iguazu'-confine Paraguay-
Brasile Argentina

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